In questo modo,
per esempio, si potrà rispondere ad attacchi tipici del
Karate con degli spostamenti dell’Aikido, per applicare
infine tecniche proprie del Judo.
Come esempio e testimonianza diretta di una lunga esperienza
vissuta, trovo significative le considerazioni di un grande
campione, Isao
Okano:
<< Il
mio approccio al Judo può essere riassunto nell'idea dell'ultimo
incontro. Una volta che questo è incominciato,
misuro l'uomo e decido quali tecniche potranno avere
maggiore efficacia. Ma faccio questo solo all'inizio, dopo
conformo le mie azioni al modo in cui le cose evolvono,
mentre naturalmente mi sforzo di mantenere
l'iniziativa. Ovviamente durante l'incontro possono
sorgere due o tre possibilità per certe tecniche, ma in
ogni caso il tentativo di forzare queste possibilità e di
applicare le tecniche senza considerare il corso
dell'azione, altera il proprio calcolo del tempo. Per
questa ragione, tento di mantenere costantemente in
movimento le cose e afferrare qualunque opportunità si
presenti. In altre parole, è indispensabile
fronteggiare gli attacchi eventuali e far seguire le
tecniche bene applicate l'una all'altra in rapida
successione, accrescendo la possibilità per un attacco
finale.
La forza e l'abilità tecnica
da sole non assicurano la vittoria negli incontri: è
necessaria un'acuta attività mentale. Si deve essere
abili a prevedere le mosse che l'avversario farà e
valutare accuratamente le sue reazioni alle nostre
mosse.
[. . .] Nessuno è completamente forte
senza punti deboli, ma una conoscenza di essi con un
sincero desiderio di vincerli possono diventare trampolini
per la nascita di una più grande forza. [. . .] >>