IS-AUDITING.NET (nome a dominio registrato) Engineering Judo Resilience
Pianificazione e Programmazione Strategico-Tattica per l'ENGINEERING RESILIENCE: una Prospettiva JUDO

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La Resilienza Ingegneristica si riferisce alla capacità di un sistema, progetto o infrastruttura di anticipare, assorbire, adattarsi e riprendersi rapidamente da eventi imprevisti, interruzioni o perturbazioni, minimizzando gli effetti negativi e tornando al suo stato ottimale o a un nuovo stato migliorato.
In altre parole, riguarda la robustezza e la flessibilità di un sistema rispetto ai cambiamenti o ai rischi, con l'obiettivo di mantenere le prestazioni e la funzionalità anche in presenza di stress o disastri.

Componenti principali della ‘Engineering Resilience’
1. Prevenzione: design di sistemi in modo da minimizzare l'esposizione ai rischi (ad esempio, in un progetto ingegneristico, minimizzare le probabilità dei guasti);
2. Adattabilità: capacità del sistema di adattarsi dinamicamente ai cambiamenti o agli eventi imprevisti, proprio come un judoka cambia strategia e tattica in base alla situazione contingente;
3. Recupero rapido: capacità di riprendersi velocemente dalle interruzioni o malfunzionamenti, come un sistema produttivo che recupera rapidamente dopo un imprevisto, riducendo al minimo l’impatto sul processo;
4. Flessibilità: capacità di un sistema di modificare e ottimizzare il proprio comportamento per raggiungere gli obiettivi, anche in circostanze impreviste;
5. Sostenibilità: non solo reagire ai rischi, ma progettare per garantire che i sistemi possano continuare a operare in modo sostenibile, senza compromettere le risorse future.
La Resilienza Ingegneristica potrebbe riguardare la progettazione di sistemi complessi in grado di resistere e adattarsi ai rischi identificati attraverso la c.d. match analysis del Judo, sfruttando la capacità predittiva finalizzata all’adattamento situazionale.
L’Engineering Resilience possiamo dunque considerarla come l’abilità di un sistema complesso di gestire l'incertezza e i rischi in modo dinamico, per garantire un risultato vantaggioso anche all'interno di scenari ad alta variabilità o perturbazioni.

La Programmazione e il Controllo come Fondamento della Resilienza Operativa
Si tratta di un processo industriale critico che stabilisce piani produttivi, alloca risorse e monitora continuamente i progressi per soddisfare la domanda e le scadenze. La sua efficacia nel sostenere la resilienza sta nella capacità di rilevare e correggere rapidamente gli scostamenti tra quanto previsto e l'andamento reale. Un controllo efficiente dipende da un breve ciclo di feedback, che consente al sistema di registrare una deviazione e intervenire prontamente. Questo bilanciamento dinamico tra domanda, capacità produttiva e qualità è analogo al mantenimento dell'equilibrio in un sistema complesso, fondamentale per la sua resilienza.

Fasi del Judo come Ciclo di Risposta Resiliente: ‘Kuzushi’, ‘Tsukuri’, ‘Kake’
Le tre fasi interconnesse di una tecnica di lancio nel Judo – ‘Kuzushi’ (squilibrio), ‘Tsukuri’ (preparazione/aggiustamento) e ‘Kake’ (attuazione della proiezione) – possono essere reinterpretate come un ciclo adattivo fondamentale per l'Engineering Resilience:
o Rappresenta l'atto di rompere l'equilibrio esistente. In un contesto di resilienza, questo può significare due cose:
1. Riconoscimento di un disturbo esterno: uno shock di mercato, un ritardo di fornitura, o una variazione imprevista della domanda. Questo "squilibrio" espone le vulnerabilità del sistema e richiede prontamente una risposta.
2. Introduzione deliberata di un cambiamento strategico: un "Kuzushi organizzativo" controllato, come l'implementazione di nuove tecnologie o la riorganizzazione dei processi, volto a testare e rafforzare la resilienza del sistema prima che un disturbo esterno lo faccia con maggiore forza. L'obiettivo è "sbilanciare" l'organizzazione dalle sue abitudini consolidate per favorire un rinnovamento efficace.
o È essenziale per cogliere e orientare i flussi naturali o i ‘trend’, anziché combatterli frontalmente, in linea con il principio di massima efficienza con il minimo sforzo (‘Seiryoku zen'yō’).
o Consiste nel posizionarsi e prepararsi al meglio dopo lo squilibrio. Dal punto di vista della resilienza, questa fase è la risposta adattiva del sistema al disturbo oppure al cambiamento intenzionale.
o Implica la pianificazione operativa dettagliata: riallocazione delle risorse, ricalibrazione delle linee produttive, programmazione del flusso dei materiali, allineamento delle Macchine e del Personale. È il momento di assumere la "postura" ottimale per assorbire l'impatto o sfruttare la nuova configurazione.
o È l'esecuzione finale della tecnica, in cui lo squilibrio viene pienamente sfruttato per la proiezione. In termini di resilienza, rappresenta l'attuazione del piano aggiornato o la materializzazione operativa del cambiamento.
o Include l'esecuzione del piano di produzione, il superamento di un “collo di bottiglia” o il lancio di un prodotto. Corrisponde al raggiungimento di un nuovo stato più resiliente, più efficiente, o che ha mitigato efficacemente il rischio.
L’importanza di ‘Kuzushi’ ritengo meriti una riflessione attenta. La sequenza « Squilibrio (inteso come Kuzushi Rottura dell’equilibrio (Tsukuri Proiezione’ (Kake) » – considerata prodromica della necessaria (oltre che opportuna) attesa per "cogliere in errore" un possibile avversario ed eseguire successivamente ‘Tsukuri’ e ‘Kake’ - limiterebbe tuttavia il confronto al mero paradigma ‘difesa attacco’ (schema duale per cui: la difesa corrisponde alla protezione, alla resilienza, alla stabilità; l'attacco corrisponde  all'iniziativa, alla rottura dell'equilibrio, al 'Kuzushi' nel Judo o all'Innovazione in ambito industriale) sminuendo di fatto la variabile TEMPO, essenziale/determinante per l’efficacia dell’azione complessiva. Ecco perché a volte l’Attacco andrebbe inteso come possibile risoluzione ad un Pericolo attuale (ai sensi dell’Art. 52 del C.P.) in situazioni “di strada” o particolarmente competitive in ambito sportivo ed economico, a fronte di una tangibile minaccia: applicando ‘Sen-No-Sen’, altro principio strategico delle arti marziali (giapponesi) che significa attaccare prima o contemporaneamente all'attacco avversario anticipando il suo movimento e/o interpretandone correttamente ed inequivocabilmente l’intenzione.
L’ordine tradizionale ‘Kuzushi’→’Tsukuri’→’Kake’ viene spesso insegnato come successione da seguire, anche se in pratica le fasi potrebbero sovrapporsi. Ad ogni modo, quando ‘Kuzushi’, ‘Tsukuri’ e ‘Kake’ sono sincronizzati e bilanciati, il gesto tecnico risulta più semplice, così come il recupero o il rafforzamento del sistema diventa più efficace in ottica di resilienza.

Paralleli Strategici e Tattici con l'Engineering Resilience
Le analogie tra Judo e Controllo dei Processi offrono un modello potente per la resilienza:


Kuzushi-Deming

Il ‘Kuzushi’ come Principio Guida per l'Engineering Resilience
Aspetti cruciali:

L'applicazione dei principi del Judo, con particolare enfasi sul ‘Kuzushi’ come innesco strategico e tattico, fornisce un ‘framework’ pratico per implementare e rafforzare l'Engineering Resilience; consentendo alle organizzazioni di affrontare i disturbi non solo reagendo, ma anticipando e sfruttando lo squilibrio per evolvere verso sistemi più robusti e adattivi.
 

SITOGRAFIA orientativa

 Descrizione dell'immagine

<= Judo - MGA <=


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